
Un’Inchiesta Profonda su Potere e Identità
Torino, 27 giugno 2025 – Da Pianeta Libri arriva un’opera che sfida le aspettative e invita a una riflessione profonda: “The Jew Who Would Be King” (L’ebreo che volle farsi re) di Adam Rovner. L’autore, con doppia cittadinanza americana e israeliana, è un raffinato studioso e direttore del Center for Judaic Studies alla University of Denver. Dopo il successo di “In the Shadow of Zion / All’ombra di Sion”, in cui esplorava i progetti territoriali per una patria ebraica pre-Israele, Rovner dimostra ancora una volta come la ricerca storica sia uno strumento potente per interrogare non solo il passato, ma anche il nostro modo di vedere il presente. Questa biografia avvincente si presenta come un romanzo epico, ma con la profondità di un saggio storico, ponendo interrogativi brucianti sulla memoria, il potere e l’identità.
La Straordinaria Vita di Nathaniel Isaacs: Tra Mito e Cruda Realtà
Al centro di “The Jew Who Would Be King” c’è la figura sorprendente di Nathaniel Isaacs, un giovane ebreo britannico dell’Ottocento. La sua incredibile avventura lo porta da semplice apprendista a Sant’Elena a diventare qualcosa di impensabile: consigliere del leggendario re zulu Shaka, figura tanto carismatica quanto controversa, e infine, padrone coloniale in Africa occidentale. Adam Rovner ricostruisce questa storia con un ritmo incalzante e una profondità che non concede facili assoluzioni.
Nathaniel Isaacs, ancora adolescente, approda per caso sulle coste del Natal nel 1825, dopo un naufragio. Viene subito accolto nella corte di Shaka Zulu, che lo elegge a mediatore e alleato. Isaacs è affascinato, ma anche spaventato dal sovrano, e le sue memorie, “Travels and Adventures in Eastern Africa” (pubblicate in due volumi nel 1836), raccontano una terra esotica e violenta, ricca di rituali spettacolari e un re dalla carica carismatica quasi mitologica.
Oltre il Racconto: La Complicità Nascosta di Isaacs
Quello che colpisce Rovner, e che costituisce il fulcro della sua meticolosa ricerca storica, è quanto queste memorie siano una forma di autoesaltazione. Isaacs si presenta come esploratore, etnografo ed emissario di civiltà. In realtà, dietro le sue parole, si cela spesso una scomoda complicità con un regime brutale. Rovner incrocia fonti e confronta testimonianze, rivelando un ritratto ben più inquietante: Isaacs non fu solo un osservatore passivo, ma un attore attivo. Partecipò a razzie, guidò truppe e ricevette terre e onori. Fu un ebreo britannico che divenne “inkosi”, un capo zulu, nell’Africa precoloniale, un fatto di per sé straordinario.
Da Liberatore a Despota: Il Micro-Impero in Sierra Leone
La parte più sorprendente della sua vita emerge però dopo. Tornato in Inghilterra, Isaacs gode di una certa fama, e i suoi libri diventano una fonte di conoscenza sul mondo africano. Eppure, quando ottiene un incarico ufficiale in Sierra Leone per combattere il traffico di schiavi, si reinventa ancora una volta. Sull’isola di Matakong, oggi in Guinea, fonda un piccolo regno personale. Costruisce un molo, arruola una milizia privata e stipula trattati con i capi locali. Dice di voler portare il progresso, ma in pratica esercita un potere autoritario, e le accuse di violenza, corruzione e persino di schiavismo mascherato non tardano ad arrivare.
Isaacs diventa così il paradosso vivente di un’epoca: un uomo che afferma di lottare contro l’oppressione finisce per esercitarla. Un ebreo marginalizzato in patria che diventa despota in Africa. Un emissario dell’Impero che si costruisce un proprio micro-impero. Questa biografia avvincente esplora a fondo queste contraddizioni.
Un Testo Attuale: Memoria, Identità e Potere
Il libro di Rovner non si limita a raccontare un’avventura esotica. È una riflessione profonda su cosa significhi appartenere a una minoranza, su come si costruisce il potere e su come la storia viene narrata e distorta. L’identità ebraica di Isaacs, in un mondo cristiano e coloniale, rimane una tensione irrisolta: in Inghilterra deve nasconderla, in Africa la strumentalizza. La sua parabola solleva domande che ancora oggi ci interrogano: quanto ci si può integrare in una cultura dominante senza perdere sé stessi? Fino a che punto è lecito adattarsi a un sistema di potere per sopravvivere o per emergere?
Rovner usa la figura di Isaacs come specchio per osservare anche il presente. L’identità ebraica, la memoria storica, il rapporto con il potere, la costruzione del nemico e del confine: tutto questo vibra nelle pagine con una forza che supera il racconto storico. In filigrana, si intravedono le tensioni del mondo contemporaneo, i conflitti in Medio Oriente, le discussioni sul ruolo di Israele, le contraddizioni tra essere vittime della Storia ed esercitare potere nel presente. Isaacs non è solo un uomo del passato, è il simbolo di una modernità inquieta, fatta di adattamenti, travestimenti e compromessi. Questa ricerca storica è incredibilmente attuale.
Il Merito di Rovner: Una Critica Non Giudicante
Il merito di Adam Rovner è anche quello di non cercare scappatoie morali. Isaacs non viene né assolto né condannato. È un personaggio ambiguo, sfaccettato, forse anche tragico. Non possiede una grandezza epica, ma una mediocrità affascinante. È un uomo che cerca di emergere in un mondo che lo respinge, e che finisce per riprodurre, nel proprio piccolo, le stesse dinamiche di esclusione, violenza e dominio. Quando muore, nel 1872, è tornato a essere un cittadino britannico qualunque, con un passato che pochi vogliono ricordare. Il libro di Rovner gli restituisce una voce, ma solo per metterla in discussione.
“The Jew Who Would Be King” appassiona, inquieta e fa riflettere. È una biografia che diventa inchiesta, una storia individuale che si apre a questioni universali. Un racconto che ci ricorda quanto sia fragile la linea tra civiltà e dominio, tra racconto e propaganda, tra identità e maschera. Un libro, in definitiva, che merita di essere letto.
L’Autore: Adam Laurence Rovner
Adam Laurence Rovner è nato negli Stati Uniti e possiede la doppia cittadinanza americana e israeliana. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Inglese e Letteratura Comparata all’Università dell’Indiana (con una significativa specializzazione in Studi Ebraici) e attualmente insegna nell’Università di Denver. Rovner è autore di:
- “In the Shadow of Zion: Promised Lands Before Israel” (2014): Finalista del National Jewish Book Award, esplora progetti territoriali poco riconosciuti concepiti da nazionalisti ebrei in luoghi come il Madagascar, il Suriname e l’Australia.
- “The Jew Who Would Be King” (2025): Il libro che hai appena letto la presentazione. Uno scavo biografico su Nathaniel Isaacs, incentrato sui temi dell’impero, del potere, della razza e dell’identità.
Prolifico studioso e intellettuale pubblico, Rovner ha scritto saggi e recensioni per NPR, Tablet Magazine e la Jewish Review of Books, e ha prodotto il breve documentario “No Land Without Heaven”, presentato in diverse sedi da New York a Tel Aviv. Ha ricevuto borse di studio da istituzioni come il National Endowment for the Humanities e l’American Council of Learned Societies. Vive a Denver con la moglie e i figli e continua a dedicarsi alla ricerca sulle intersezioni tra storia ebraica, modernità coloniale e appartenenza nazionale.

